Cos’è la Propoli

E’ una resina raccolta (bottinata) dalle api operaie rielaborata dall’apparato masticatore e, pertanto, può considerarsi il frutto della cooperazione tra regno vegetale e animale!
Sono numerosi e chimicamente eterogenei gli oltre 300 composti presenti nelle resine degli alberi, il cui scopo principale è proprio quello di sistema di difesa nel caso in cui la pianta subisca una lesione tissutale, sia a causa di eventi ambientali che di animali.

Nell’alveare la Propoli ricopre il compito di sostanza antisettica finalizzata a contenere la contaminazione microbica; oltre che per ricoprire come sigillante tutte le celle del favo, viene impiegata per rivestire la carcassa di altri insetti uccisi all’interno dell’arnia e non trasportabili all’esterno, riducendone così l’infettività. Pertanto, l’alveare può a buon diritto essere considerato uno degli ambienti maggiormente asettici presenti in natura.

Numerose osservazioni scientifiche hanno dimostrato sia l’attività antimicrobica esercitata dalla Propoli (Propolis) nei confronti di numerosi ceppi patogeni umani, sia la sua attività antinfiammatoria.

Molti dei composti presenti nei derivati di propoli (oltre 300 tra flavoni, flavonoidi ed acidi fenolici) si sono dimostrati efficaci nei confronti di microbi Gram positivi e negativi, tra i quali: Staphylococcus aureus; Streptococcus pneumonie; Streptococcus pyogenes; Moraxella catarrhalis; Haemophilus influenzae e numerosi altri valutati sperimentalmente. Altri microrganismi sensibili alla Propoli sono funghi e virus (HIV-1). L’attività antimicrobica dei composti bioattivi della Propoli è esercitata sulla membrana citoplasmatica o su molecole di superficie (azione denaturante); inoltre, si presume che sia in grado di inibire la biosintesi di alcune proteine e degli acidi nucleici.

Le osservazioni scientifiche sull’azione antimicrobica della Propoli sono condotte secondo i protocolli adottati per la valutazione della sensibilità/resistenza dei farmaci antibiotici, pertanto i risultati evidenziati sono da considerarsi sovrapponibili.

Invece, l’attività antinfiammatoria è principalmente correlabile ai flavonoidi bioattivi (galangina, quercetina, naringina,…) e ad alcuni derivati dell’acido cinnamico (acido caffeico, CAPE – fenilestere dell’acido caffeico). Il CAPE, è stato dimostrato, inibisce la via delle lipo-ossigenasi dall’acido arachidonico.

La composizione percentuale dei diversi composti chimici sopra descritti presenti nella Propoli dipende dalle caratteristiche della resina che sarà elaborata dalle api e, di conseguenza, dalla specie vegetale da cui viene raccolta; quindi, in ultima analisi, dipende dalla zona geografica in cui sono poste le arnie.

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